tag:blogger.com,1999:blog-21765129910567648402024-03-13T12:15:22.385-07:00leggi d'essereUnknownnoreply@blogger.comBlogger15125tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-16711764419299815492009-08-01T04:02:00.000-07:002009-08-01T04:38:15.952-07:00All'umanità<br /><br />Dunque comincia l'esodo<br />l'esodo da che cosa?<br />dalla realtà famelica<br />da lunedì a domenica,<br />la gente corre e fugge<br />coi morti sulle spiagge<br />coi morti di una strage<br />l'ennesima di Spagna,<br />ma è tutto il mondo in lutto<br />addio alla Cory Aquino<br />cercò di dare <em>power</em><br />al <em>people</em> filippino,<br />il suo grande coraggio<br />resta nella coscienza<br />di chi vuole ascoltare<br />di chi continua a fare<br />senza fuggire ancora<br />dalla realtà famelica<br />che ingoia il cuore e l'anima<br />- i sentimenti e i sogni -<br />e che dopo ogni pasto<br />è ancora più affamata<br />- la gente più affannata<br />la gente addormentata<br />e sta bene così<br />alla gente famelica<br />che si divora il mondo<br />e mangia senza fondo.<br />Svegliati, umana gente!<br />riattiva la tua mente<br />rigenera il tuo sangue<br />non fartelo succhiare<br />dai sordidi vampiri<br />dalle zecche, dai furbi<br />da ogni cosa ti turbi,<br />perché turbarti vogliono<br />per darti ansia e paura<br />e indurti a consumare<br />a spendere i tuoi soldi<br />altro sangue versare<br />per sentirti appagato<br />mentre hai solo pagato<br />riempiendo il portafoglio<br />dei figli dell'orgoglio - brutta Bestia -<br />di chi separa il mondo - lo fa a pezzi<br />per farne dei bocconi<br />più facili a ingoiarsi<br />e tu sia ancor più debole<br />divisa e separata<br />confusa e spaventata<br />incapace di vivere<br />la tua naturalezza<br />la semplice carezza della vita.<br /><br />Daniele MorettoUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-40788108926886954562009-06-02T13:37:00.001-07:002009-06-02T13:56:01.234-07:00Le montagne servono al vento<br />2 Giugno. Festa della Repubblica ovvero festa della cosa pubblica. Ma che cosa condividono oggi gli italiani.<br />Ci sarebbero le tradizioni sane, la vera cultura millenaria, legata alla terra, alla natura. Alla radice della quale si condivide tutto con il mondo intero.<br />Perché il mondo è uno. Non vi ha diseganto alcun confine la natura. Le montagne servono a fare il vento. I mari sono abitazioni di creature innumerovoli, portatori di leggi e colori dalle superfici agli abissi. E ci donano il blu, le fantasie, il senso immenso del viaggio. Uno dei trentasette sensi.<br />Il mare ciporta il senso della vastità, è il nostro specchio immenso.<br />E' meno triste festeggiare oggi la nostra pochezza di ex-emigranti dimentichi della nostra miseria che ora è miserabilità, è meno triste stasera, dopo aver visto, (è finito poco fa) "Deserto d'acqua" di Emilio Ajovalasit al teatro Libero di Palermo. Lo spettacolo è bello e merita altre repliche. L'ho detto subito a Beno Mazzone, ancora tra gli applausi. Lo spettacolo è frutto di un lavoro serio, non solo per lo specifico spettacolo ma di anni spesi (bene) in continui laboratori, e di un sodalizio teatro-vita tra Emilio e Preziosa Salatino, che anch'esso rende in termini di approfondimento veritiero e serio. Lo spettacolo è bello perché reca in sé l'unità, come il mondo. Non che non vi siano difetti, e uno su tutti riguarda il discorso vocale (specie per Emilio). Ma qui c'è appunto una ritrovata antichità che è data dalla profondità, quella stessa del mare.<br />Con tutta la modernità dello studio, delle trovate, semplici del resto. Bellissima lascena dei vestiti. Un lavoro sull'identità leggiadro e commuovente. Profondità dei gesti. Leggerezza dei gesti. Anche grzie al grande contributo di Clara Burgio, maestra di danza Butho che ci ha regalato in passato brevi chicche e che qui si misura con stile e intelligenza nella corporeità prestata inetramente alla drammaturgia.<br />Applausi davvero meritati.<br />Daniele MorettoUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-76272279839431818652009-05-01T06:05:00.000-07:002009-05-01T09:25:33.388-07:00Si riprende ad uscire...<div align="justify">Salve! Buon I° Maggio a tutti.<br />Riprendo a pubblicare qui dopo un lasso di tempo<br />in cui sono stato assorbito, quasi interamente fagocitato dalla scuola.<br />Mi accorgo che non ho aggiornato il blog neanche sull'iniziativa fondamentale dell'anno,<br />ovvero le Giornate delle Creature.<br />Lo farò compiutamente in un post specifico; posso dire ora che la IV edizione è stata molto intensa,specie in apertura (di cui ho scritto) e in chiusura, con la splendida serata alla Chiesa della Gancia grazie al Coro Cum Jubilo del Maestro Scalici, e poi la divertente chiusura con il buffet al Parco Letterario Tomasi di Lampedusa (mai sede improvvisata fu più adatta).<br />La ciliegina sulla torta è stata la lettura della bellissima poesia <em>Frammenti per le creature</em> (che presto pubblicherò qui) di Lucio Zinna, presente con la moglie Elide alla serata.<br /><br /><strong>FRAMMENTI PER LE CREATURE</strong></div><div align="justify"><br />allora feci di te comodo esempio ed arzigogolo<br />(pure era in tempi di risentimento deciso forma<br />separata di colloquio ogni volta che si movesse<br />per il capo <em>de todos los tormientos</em>)</div><div align="justify"><br />ognuna col suo segreto da rivelare come un dono<br />col suo briciolo di mistero in che siamo impastati<br />(alcune le rendemmo prigioni per diletto istraziate<br />per studio et ornamento)</div><div align="justify"><br />ora tanta se ne possiede – strappatagli nel giro<br />vorticante d’incalcolabili centurie – da poterlo<br />oscurare / incidere un basta immane (a ragione<br />un corvo instancabile ci ha divorato il fegato<br />comunque inutilmente)</div><div align="justify"><br />eccola veramente lapidata poi che fu ridotta<br />(o la più candida fra le mie sorelle) a meretrice<br />e sarà suo il sangue a scorrere nelle vene del mondo<br />il giorno in cui</div><div align="justify"><br />e poiché non offendo m’è dura fatica il perdonare<br />questo l’oscuro punto il luogo frequente ove riposa<br />la sconfitta eppure là si muore ad ogni prevaricare<br />d’orgoglio o dando a usura gli affetti (né vale<br />liquefarsi nel rimorso se un accadimento imprevisto<br />ci rapisse un termine preciso di raffronto svelando<br />il triste gioco) abdicare è già cominciare a morire<br />deporre la dignitosa veste con la quale in un gesto<br />può azzerare Kölbe tutti i guasti del mondo </div><div align="justify"><br />(1985)</div><div align="justify"> LUCIO ZINNA</div><div align="justify"><br />(Da: <em>“Abbandonare Troia”, Forum Quinta Generazione, Forlì 1986</em>) </div><div align="justify"><br /><br />Rispetto alla prossima edizione, la V, delle Giornate delle creature, posso dire che ovviamente spero si realizzi; mi piacerebbe dedicarla al tema dei migranti, a mio modo di vedere "il" tema su cui lavorare e a cui ricondurre, in questo momento storico, il discorso artistico.<br /><br />intanto, continuo a scrivere anche di eventi culturali e artistici che tocchino le corde del cuore e dell'anima. Come l'ultimo lavoro filmico di Miriam Rizzo, che mi ha ispirato la pagina seguente.<br /></div><div align="justify"><br /><strong>Puzzle doble</strong> </div><div align="justify"><br />Impressioni su “Passo uno”, cortometraggio di Miriam Rizzo.<br /><em>29 aprile 2009</em> - All’Auditorium Rai di Palermo, la prima del breve ma intensissimo cortometraggio di Miriam Rizzo, “Passo Uno”. Interprete, un Mimmo Cuticchio “caraveggente”. Daniele Ciprì si è imposto, parole sue, il montaggio nonché un back-stage linguisticamente ai limiti del film e che con questo film dialoga non poco, da maestro sul piano stilistico, da “seguace” affettuoso, paterno ma con tatto, su quello tematico. Il back-stage è stato proiettato immediatamente dopo il filmato, e s’è vista la contaminazione e, come dire, la possibilità di una reciproca fecondazione; un po’ come se potessimo vedere la possibilità ricreativa di due compagni di vita, quali del resto i due registi sono anche. Tutto ciò nulla dice - e perciò nulla toglie - della pregnanza delle immagini, e dunque dell’anima della giovane regista. E qui l’anima, direi in senso hillmaniano, c’è eccome.<br />Il film è un sogno. Un uomo “forse morto, forse vivo” è stato detto più volte durante il dibattito – ma cosa importa? Non siamo forse fatti della stessa materia dei sogni? Non è il terremoto, come ogni cataclisma, un fenomeno che ci riporta al bilico della vita, all’impermanenza, e il cinema non è forse una “finta” permanenza? Cosa c’è di più consistente e inconsistente al tempo stesso delle immagini? – ebbene un uomo o un fantasma si alza dal letto, si lava il viso (primo rito quotidiano) con gestualità ejzensteiniana, sembra quasi apprettare il viso con le immagini mnestiche, non per svegliarlo ma per prepararlo alla luce dell’eventualità. Ed eccolo a camminare claudicante, in bilico, tra le macerie di Poggioreale (Valle del Belice, suscitata alla storia dal sisma del ’68). I passanti sono altre ombre che non vedono e non guardano l’anima che si è levata entro le mura della fin(i)ta realtà. L’uomo ora entra in una chiesa ma in primo piano è una donna orante che sgrana un rosario fosforescente, unico filo di luce nella penombra di un luogo calmo e abissale come un pozzo in cui cadano mille e mille e mille sillabe forse ascoltate forse inascoltate. Voci di bimbi, voci di flauti vergini (vite monche, eros non espresso) nella memoria e nel tempo, chiamano da un’aula della scuola fatiscente. L’uomo sale, cerca, guarda nell’acqua dell’aula – musica intensissima. Mimmo Cuticchio fa qui il suo più bel movimento del capo, la luce è perfetta, Caravaggio appunto (Miriam Rizzo è siracusana), poi si sfrangia repentinamente (un po’ troppo) quando l’aula si rivela vuota, le figure dei bimbi risucchiati dal fiume inarrestabile, per questo semprevivo del tempo. Se non ci fosse il tempo, non ci sarebbe il tempo di morire. L’uomo esce dalla scuola, è disperato, va a cercare uno slargo dove urlare il dolore, apre le braccia crocifisso all’aria, batte le mani sull’asfalto, bussa, vorrebbe scuotere il centro della terra. Il fantasma è divenuto eroe mitico. L’anima siciliana non accetta mai del tutto la morte con la quale parteggia quasi pasteggia nel quotidie. In questo senso è un film della vita, attraverso la morte.<br />Il back-stage ha invece narrato la meccanica della morte. Quella velocissima cascata di immagini è, ineludibilmente, il filmino che si dice si riavvolga in ognuno di noi in punto di morte: forse è proprio questa intensa emozione “cinematografica”che ci fa esalare l’ultimo respiro. La chiusura del back-stage, la testa di Mimmo Cuticchio interamente ombra che avanza mentre la macchina zumma, è il vero finale del film. In questo senso dico che si tratta di una danza a due e di un doppio mosaico/mistero.<br />Il titolo: <em>Passo uno</em>, riguarda tecnicamente una modalità di ripresa. Un vezzo, oppure la traccia che in realtà a Miriam Rizzo interessava - più del tema, più del luogo, più del viso di Cuticchio - l'esperienza filmica: sperimentarsi più ancora che alla regia, all’inquadratura che implica la luce e quindi la fotografia. Il film è un doppio incastro (e per questo puzzle) perché è un doppio incontro: con il compagno e con il suo linguaggio.<br /> Daniele Moretto</div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-91837229162065262672008-10-06T04:46:00.000-07:002008-10-06T04:52:39.809-07:00Apertura delle GiornateDunque, sono iniziate le "Giornate delle Creature 2008"<br />Sabato 4 Ottobre al Conservatorio Bellini di Palermo.<br /><br />Pubblico eterogeneo, attentissimo:<br />una trentina di persone che abbiamo voluto sedute in cerchio,<br />intorno a un pianoforte a coda.<br />Un signore, alla mia domanda come si sente:<br />“Sopraffatto dalla musica e dai versi”.<br />I musicisti - flautisti e pianisti – tutti bravi e soprattutto intensi;<br />il prof. Salvatore Luna ha saputo in pochi giorni infondere agli allievi<br />lo spirito giusto per affrontare l'appuntamento: creaturale.<br />Nei prossimi giorni pubblicheremo i loro nomi.<br />Pur essendo privo degli occhiali, smarriti... dentro la mia auto,<br />ho cercato di fare del mio meglio nel leggere<br /><em>Neruda, Luzi, Zinna e Capacci.</em><br /><em></em><br />Una ragazza del pubblico, anche lei pianista,<br />non coinvolta nel recital, lo è stata emotivamente,<br />tanto che a fine reading mi ha detto di non aver mai sentito<br />specie a scuola – una lettura che investisse tanto i sensi.<br />Ha parlato proprio dei sensi, della vitalità che la poesia può ri-suscitare.<br /><br />Ecco cosa le ho scritto oggi.<br /><br />Cara Luisa,<br />è raro avere tra il pubblico ascoltatori così attenti e aperti;<br />c'è una disponibilità all'ascolto che non tutti hanno<br />e che certo una musicista non può non avere.<br />Ma quanti musicisti sordi ci sono!<br />(Certo non la sordità sublime di Beethoven...)<br />Quante creature chiuse nel loro bozzolo di paure. Tutti noi!<br />Il mio “lavoro” poetico è semina in questo senso. Per il Senso.<br />E la poesia passa, non può non passare, per i sensi.<br />La parola Senso ha acquisito il significato di... “significato”<br />(scusa il bisticcio) e rischia perdere la parte sensitiva-sensuale.<br />La musica è dentro le parole, dirà giorno 14 il prof. Carapezza, a chiusura delle Giornate.<br />Per questo l'ho invitato, per ribadire questo concetto.<br />La musica non arriva forse “dentro” di noi?<br />E tu, che hai sentito più di tutti, hai capito più di tutti.<br /><br />Sensi del Senso.<br />Questo un possibile titolo per una futura manifestazione,<br />magari da fare nella vs. sede.<br />A presto!Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-29184813536675694682008-09-27T03:03:00.000-07:002008-09-27T04:24:25.381-07:00<div align="center">Associaz. Cult. onlus <span style="font-size:130%;">"I Contemplari"</span></div><div align="center"><span style="font-size:130%;"></span> </div><div align="center"><span style="font-size:180%;"><strong>GIORNATE <span style="font-size:85%;">DELLE</span> CREATURE</strong></span></div><div align="center"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">IV e</span>dizione </div><div align="center"> </div><div align="center"><span style="font-size:130%;"><strong>Palermo 4</strong>-</span><strong><span style="font-size:130%;">14 Ottobre</span> </strong></div><div align="center"><strong></strong> </div><div align="center">Tema generale: <em><strong>Il discorso naturale</strong></em></div><div align="center"><strong><em></em></strong> </div><div align="center"><span style="font-size:78%;">(a giorni, il programma definitivo)</span> </div><div align="justify"> </div><div align="justify"><span style="font-size:78%;"> </span></div><div align="justify">Tra i vari aspetti quello giuridico sarà trattato eminentemente in questo blog.</div><div align="justify"> </div><div align="center">Bando per un concorso di idee sul tema: </div><div align="center"><em><span style="font-size:180%;">"Verso i Tribunali Naturali"</span></em></div><div align="center">a cura dell'Associazione "I Contemplari"</div><div align="center">e del </div><div align="center">Comitato contro la Dispersione dell'Infanzia.</div><div align="justify"><em></em> </div><div align="center"><strong>Premessa</strong></div><div align="justify"> </div><div align="justify"><em><span style="font-size:130%;">Leggi d'Essere</span></em> è il luogo ideale per avviare una discussione sul versante della modernizzazione della società attraverso l'aggiornamento delle norme e delle istituzioni giuridiche.</div><div align="justify">Vorremmo indicare un criterio per arrivare a ciò, nella scia di grandi pensatori di molti paesi.</div><div align="justify">Il criterio è quello naturale.</div><div align="justify">Le Giornate offrono spunti di riflessione in particolare attraverso l'arte che è specchio universale della natura e delle sue leggi.</div><div align="justify">La legge delle leggi è l'amore. <em>Amor che move il sole e l'altre stelle</em></div><div align="justify">Tra i moderni, Danilo Dolci ha trattato il tema in maniera specifica; v. "La struttra maieutica e l'evolverci", Ed. La Nuova Italia 1996.</div><div align="justify">L'esperienza, spesso drammatica, di molti genitori ci porta a ritenere che l'attuale ordinamento giuridico italiano sia inadeguato a rispondere ai bisogni della società innanzitutto sotto l'aspetto della tutela delle relazioni primarie, aspetto molto più ampio e complesso della c.d. tutela dei minori.</div><div align="justify"><strong>Noi proponiamo l'istituzione dei Tribunali Naturali.</strong></div><div align="center"><strong></strong> </div><div align="center"><strong></strong> </div><div align="center"><strong>Invitiamo pertanto</strong></div><div align="center"> </div><div align="justify"><em>magistrati, giuristi, avvocati, associazioni di legali (come l'AIAF) e genitoriali, medici, filosofi, psicologi, istituti di ricerca sulla genitorialità, studiosi di scienze naturali e cittadini attivi</em> </div><div align="center"><strong>a voler inviare</strong> </div><div align="center"> suggerimenti per la stesura di un bando linguisticamente corretto</div><div align="center">nella prospettiva </div><div align="center">di un Concorso di idee che raccolga</div><div align="center"> </div><div align="center"> idee innovative, impostazioni teoriche e soluzioni pratiche </div><div align="center">nella ulteriore prospettiva di un D.D.L.</div><div align="center"> </div><div align="center"><strong>nonché a proporre </strong></div><div align="center">luoghi e tempi per un futuro convegno che abbia lo stesso titolo del bando:</div><div align="center"><em>"Verso i tribunali naturali"</em></div><div align="center">e infine a idivulgare questo messaggio</div><div align="center">ognuno al maggior numero di persone possibile.</div><div align="center"><em></em> </div><div align="center">Potremmo cominciare a pensare di dedicare la prossima edizione delle Giornate delle Creature</div><div align="center">a tale unico obiettivo.</div><div align="center"> </div><div align="center">Dopo la chiusura delle Giornate delle Creature, </div><div align="center">ci dedicheremo alla realizzazione di un sito ad hoc.</div><div align="center"> </div><div align="center">A presto!</div><div align="center">Non è una semplice formula di saluto.</div><div align="justify">E' letteralmente un invito a "fare presto e bene perché* si muore" come diceva Danilo Dolci, sapendo che si muore ogni giorno per l'infifferenza e l'inazione.</div><div align="justify">Il mondo ha davanti a sè una sola via per non morire: cambiare, tornando alla natura.</div><div align="justify"> </div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="justify"> </div><div align="justify"><em></em> </div><div align="justify"><em></em> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-77722704407273040952007-08-31T17:44:00.001-07:002007-08-31T18:17:23.757-07:00Cambia-mentiNon sono stato in vacanza tutto questo tempo.<br />Solo per tre giorni sono andato via.<br />E' stato un mese molto duro.<br /><br />Il 21 Luglio ho visto mia figlia dopo due anni.<br />E' stato un incontro drammatico.<br />Già sapevo sarebbe stato delicato;<br />ha peggiorato le cose la decisione dello psicologo<br />- non comunicatami in tempo utile -<br />di farci incontrare in una stanza attrezzata<br />come quelle della polizia, col vetro-specchio<br />(di là c'era la madre e la consulente di parte).<br />E' stato davvero molto triste.<br />Mi chiedo come si possa giungere<br />ad una trovata così squallida<br />in ambito relazionale.<br />Giacché, non lo dimentico, è sempre mia figlia.<br /><br />Ecco una delle cose che dovremmo cambiare:<br />tutto questo ciarpame burocratico-giuridico-psicologico<br />intorno alle relazioni primarie.<br />Cominciamo a rispettare la vita, l'umano, la sua essenza relazionale.<br /><br />Rispettiamo i legami.<br /><br />Ma cerchiamo di capire quanto<br />in ognuno di noi c'è la distruzione del legame,<br />la difficoltà a costruirne.<br /><br />Prima che il mondo<br />dobbiamo cambiare il nostro cielo interno.<br /><br />Ma dobbiamo anche denunciare, e fermamente<br />gli abusi e i soprusi.<br /><br />In fondo, mi sono mosso (magari a volta un pò goffamente)<br />per assicurare il diritto di mia figlia ad avere un padre<br />e per reclamare i miei diritti naturali.<br /><br />Una cosa è certa.<br />Questo paese deve prendere presto delle decisioni importanti.<br />Scegliere tra il distruggere e il costruire,<br />tra l'odio e l'amore,<br />tra la cultura della morte e quella della vita.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-39827631824125511252007-08-31T17:44:00.000-07:002007-08-31T17:45:58.099-07:00Cambia-mentiUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-51759814486328313312007-07-14T18:35:00.001-07:002007-07-14T18:40:21.494-07:00La seguente lettera di Padre Alex Zanotelli<br />riguarda la Campania<br />ma il problema riguarda tutti noi.<br />A Palermo in particolare c'è molto allarme<br />per la decisione presa dal governatore Cuffaro<br />- e avallata da Prodi! (boh, non ci si capisce più nulla!) -<br />di costruire proprio a ridosso della città<br />un mega inceneritore<br />produttore di diossina, tra le altre sostanze nocive.<br />L'invito di Alex Zanotelli è dunque valido<br />ben al di là del contesto campano.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-16278478708539385582007-07-14T18:33:00.001-07:002007-07-14T18:34:01.618-07:00<div align="justify"><strong>Ho paura </strong></div><div align="justify"><br /><br />Ho paura, ho una grande paura, ho sempre più paura che il problema dei rifiuti in Campania continui ad essere affrontato sull’onda emotiva dell’emergenza, la cui risoluzione, o presunta tale, risulta sempre più influenzata da aspetti di natura economico-finanziaria. Risolvere l’emergenza sì, ma senza pregiudicare il nostro futuro e il diritto delle generazioni future, senza far credere che gli inceneritori possano rappresentare la panacea di tutti i mali. Apriamo dunque, ma subito, con le istituzioni un grande dibattito, non si tollerino più scelte che possano pregiudicare definitivamente il territorio campano, costituendo, dal punto di vista sanitario-ambientale, un punto di non ritorno.<br />Voglio essere più esplicito e provo a spiegarmi meglio. Se si ritiene che il problema della spazzatura in strada e delle balle disseminate sul territorio campano possa risolversi con la realizzazione degli inceneritori, magari mutuando il modello emiliano o quello di Brescia, aree che registrano il più alto tasso di malati di cancro in Europa, a pari merito soltanto con la Ruhr; allora bisogna reagire, mobilitarsi, così come fu fatto due anni fa per fronteggiare le speculazioni sull’acqua. Ma proprio memore di questa esperienza, vorrei provare ad interloquire con chi in questo momento è titolare del potere di decidere. Bisogna dire, e ad alta voce, quello che stanno dicendo da mesi in convegni, seminari, congressi in tutta Europa i più famosi chimici e medici di provata autonomia ed indipendenza dal potere politico ed economico. Evitiamo un'altra catastrofe ambientale e sanitaria come quella dell’amianto, quando già dagli anni sessanta si sapeva che conteneva sostanze cancerogene. Diciamo chiaramente che l’unica possibilità per risolvere il problema rifiuti in Campania è la differenziata, ma una vera differenziata, associata a processi biologici “a freddo” di smaltimento quali la biossidazione; una raccolta differenziata, intesa quale fonte di risparmio energetico, va anche intesa quale risorsa per l’occupazione giovanile.<br />Bisogna che tutta la cittadinanza sappia, ed è un suo sacrosanto diritto, che tutti gli impianti di smaltimento a caldo quali gli inceneritori e i gassificatori sono estremamente dannosi per l’ambiente e per la salute delle popolazioni esposte direttamente ma anche indirettamente tramite la catena alimentare. Da almeno un decennio, infatti, è noto che nei territori in cui sono presenti gli inceneritori il tasso di diossine e metalli pesanti nei latticini e nei grassi animali ed in molti tessuti umani, con particolare riferimento a neonati e feti, è molto più alto che in popolazioni non esposte. Ma ancora più grave è quanto la letteratura scientifica più recente ha dimostrato, ovvero che gli inceneritori sono tra i massimi produttori di nanoparticolato, sostanza che penetra direttamente nelle vie aeree inferiori e negli alveoli polmonari, passa rapidamente nel sangue, penetra all’interno delle cellule e del nucleo, danneggiando il cervello e lo stesso DNA.<br />Dobbiamo dunque evitare una vera catastrofe ambientale ed è per questo che io imploro le istituzioni responsabili ad organizzare un incontro aperto, durante il quale tutta la cittadinanza sia messa in condizione di sapere quali sono le conseguenze dello smaltimento dei rifiuti attraverso gli inceneritori. Possiamo ancora evitare una possibile imminente catastrofe sanitaria ed ambientale, ma il tempo è ormai agli sgoccioli; credo in uno scatto di orgoglio e di responsabilità da parte del nostro Governatore.</div><br /><strong>Padre Alex Zanotelli</strong><br /><em>la Repubblica,</em> Edizione di Napoli<br />12 novembre 2006Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-34887709748937281762007-07-14T18:04:00.000-07:002007-07-14T18:27:16.866-07:00<strong>Canto funebre<br />per l’ennesimo morto ammazzato<br />in terra di Sicilia</strong><br /><br /><br /><br /><br />Cosa pensava.<br /> Della vita.<br />Mi chiedo della vita, in quel momento,<br />cosa lo attraversava<br />come lo attraversava<br />quest’uomo sconosciuto<br />- l’ennesimo disceso nel vallone -<br />precipitato.<br /><br />Me ne parla stamane<br />un uomo conosciuto ieri sera<br />e che già sento amico<br /><div align="left"> di Lercara<br /> Friddi, “vicino Vicari…”. Mai stato.<br /> “… e poi Roccapalumbo…”<br /> (e mi ricorda Pasqua, dove corrono<br /> per i saluti la Madonna gli angeli i santi...).<br /><br />Mi aveva chiesto Scusi dov’è il Malox?<br />ieri sera<br /> lungo il Cassaro, tornando io<br /> dalla mia processione solitaria<br /> appresso al carro-barca ancora spento<br /> ancora disadorno del festino<br /> (nella penombra un’illuminazione).<br />Poi lo ritrovo lì<br />in cerca di parole, in compagnia<br />dell’acqua minerale <br /><br /> e quella campanella ininterrotta<br /> dimenticato allarme del comune<br /> ora Seppe lo sa cosa diceva.<br /><br /><em>Nulla parla del tutto.</em></div><div align="left"><em>Nulla tace del tutto.<br /><br /></em>Chissà cosa pensava quel ragazzo<br />morto ammazzato,<br /> quindi senza morte<br /> senza morte, espropriato<br /> di chi saprà mai più quale pensiero,<br /> che punto del respiro fulminato.<br /><br />“All’alba, mentre coglieva fieno…<br />sembra fossero incappucciati”.<br /><br /><em> Dunni nun si simina<br /> crisci la mala erba.</em><br /><br />Sicilia, campo<br /> santo </div><div align="left"> pieno<br /> di luce<br /> di grano.<br /><br />Pretendono molto qui gli dèì,<br />dove molti son nati<br /> ed i mortali<br />sprovveduti<br />versano offerte all’ultimo momento.<br /><br />Gettano il sangue.<br /> <em>Dunni nun si simina<br /> crisci la mala erba.</em><br /><br />Sprecano il tempo<br />spezzano l’ostia del sole,<br />con la spiga in filigrana<br />con la luce dell’alba.<br /><br />Ora c’è un'altra anima assettata.<br /><br />Siate pietosi<br /> dite una preghiera<br /> leggete, seminate questo seme<br /> presso il campo,<br /> nell’ora della luce della morte.<br /><br />Era soltanto un uomo, uno dei tanti.<br />Ognuno è uno dei tanti.<br /><br />Chissà cosa pensava<br /> della vita.<br /><br /><em> A siminari, cogghi.<br /> E un ti scurdari,<br /> scippa la gramigna.<br /></em><br />Amen.<br /><br /><br /><br /><em>Daniele Moretto<br /></em>Palermo, 12 Luglio 2007</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-7706358680562343442007-07-14T17:53:00.000-07:002007-07-14T17:59:46.137-07:00<div align="justify"><strong>Il trionfo della morte</strong><br /> </div><div align="justify"><br />Inevitabile parlare di morte guardando Palermo in queste ore; in questi giorni in cui si sente il suo alito fetido, e il disperato batter d’ali dell’illusione; dopo mesi di folla e follia elettorale - mai campagna fu più calpetasta, arrembaggio più irragionevole e volgare, da volgo senza limiti e senza popolo, altro che vocazione civica!<br />Due notti prima delle votazioni, avevo il risultato: sognavo che Orlando diceva <em>“Mi muore la città tra le mani”.</em> Per due giorni ho negato la premonizione. La domenica mattina si vociferava di un testa a testa; ancora un batter d’ali... Ma ora dopo ora vedevo (e fingevo non vedere) l’avanzare della morte. Diciamoci la verità.<br />1. Ricordate le regionali del 2001? Ricordate la lettera di Orlando sui giornali per chiedere voti a destra e a sinistra poiché sarebbe stato il presidente di tutti? Sono convinto che un’altra lettera andasse scritta, ma da sindaco in carica: <em>“Cittadini, ho deciso di non correre per la Regione, non mi dimetto, resto al mio posto fino alla scadenza del mandato; tra cinque anni, tornerò per governare la città”.</em> Un gesto simile avrebbe assicurato a Orlando la vittoria a queste comunali (ed evitato il disastroso anno di Serio). Il popolo ha buona memoria e poi Orlando per il popolo è <em>‘u sinnacu.</em> Ma la delega vale solamente entro le mura: dev’essere il loro principe, e gli saran devoti come alla Santuzza. <br />2. Ebbene, il fedele, feudale popolo di Palermo sa che negli ultimi cinque anni Orlando non c’è stato; che non ha fatto opposizione alla Regione, come aveva promesso.<br />3. La denuncia dei brogli, tutt’altro che patetica, riscatta in parte Orlando ma non lo riabilita agli occhi del popolo, che sarebbe sceso in piazza a protestare se non si fosse sentito tradito già da tempo. Anche con l’ immobilismo e le ambiguità dopo la rielezione del ’97, con l’occhio troppo fuori dalle mura.<br />Diciamoci la verità: i voti a Orlando erano soprattutto voti contro un sindaco presente nella vita cittadina in modo spettro-manifesto. Se la città è ora ridotta così male, se è divenuta abulica, è un po’ anche colpa di Orlando – egli ha messo il filo della speranza nella cruna dell’ago ma ha smesso a un certo punto di cucire. Ciò non toglie che le associazioni e i cittadini siano responsabili della mancata resistenza contro le brutture e le storture.<br />E il centro-sinistra? Come si è comportato in questi anni? Per esempio rispetto alla corsa di Rita Borsellino. E ieri, chi sono i quattro franchi tiratori contro la Siragusa? Adesso, per ridare vita alla città, chi dirà e chi farà? Chi segnalerà i soprusi, le lungaggini, le trame in consiglio comunale? Chi chiederà conto dei soldi spesi e come? Chi parlerà a nome della città assillata dai problemi, sporca, negletta?<br />E i cittadini? Chi sentirà di dover manifestare - in piazza e in ogni dove - il disgusto, la stanchezza, ma anche il desiderio di una città vivibile? Chi condurrà iniziative e lotte non-violente, per esempio contro la privatizzazione dell’acqua, per esempio per avere i bus gratuiti e così combattere traffico e vari inquinamenti? Chi scriverà ai vario uffici per pretendere i servizi? Chi reclamerà la presenza dei 600 vigili urbani (su circa 2000!) destinati alla strada (cioè al traffico, ai mercati, al decoro della città)? Chi dirà però direttamente a un motociclista di non invadere i marciapiedi, peraltro così malridotti? Chi segnalerà la vergogna dell’area dell’inCuria in via Maqueda, subito dopo via Sant’Agostino? Chi chiederà il rispetto del silenzio, di potere dormire in casa propria, almeno di notte? Chi vorrà che le circoscrizioni funzionino davvero? Chi chiamerà l’AMIA, e chi però prenderà una scopa e un secchio d’acqua per pulire un breve tratto di strada o almeno non getterà il suo sudicio nello spazio collettivo? Chi parlerà e scriverà di quello che ogni giorno si può fare da cittadini per la città, che è un punto della più grande, unica città: il mondo?<br />Chi affronterà una volta per tutte la mafia come davvero <em>cosa nostra</em>, nostro problema, di tutti noi, tutti complici e collusi se si resta tutti inermi, anche i più illusi di non averci nulla a che fare, ancora di più coloro che pensano sia tutto ineluttabile – quando si andrà alla radice vera del problema? Che il popolo è sovrano, se lo vuole!<br />Chi proverà rabbia e indignazione vedendo che, per ora, il <em>trionfo</em> non è certo quello della Santuzza (a parte la pochezza del carro del festino)?<br /><br /><br />14 Luglio 2007 </div><div align="justify">(aggiorno una lettera scritta a Maggio)</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-89615562465377892402007-07-03T19:30:00.000-07:002007-07-03T10:35:43.743-07:00Non impariamo nulla?<div align="justify"><br /><em>Lettera aperta alla scuola</em></div><div align="justify">(è dell'anno scorso ma attualissima)</div><div align="justify"><br /><br />Nel render pubblici solo adesso, dopo oltre sei mesi, questi appunti, ritengo sia stato un errore non farlo prima. La scuola ha bisogno di ogni tipo di contributo alla sua vitalità.<br /><br /><br />Al telefono un’amica, alla quale confido il mio disagio, mi risponde: “La scuola è così”. Così, come? Ognuno di noi lo sa, lo vede. Troppe cose non vanno, ma non se ne parla, non si affrontano i problemi. E la scuola va sempre peggio. Se la scuola è “così”, non è più scuola.<br /><br />La scuola è degli studenti e per gli studenti; ma è fatta dagli insegnanti. Non è un lavoro come un altro, questo. Non si può andare per lo stipendio. I docenti sono un po’ agricoltori (semina e raccolto), un po’ al-levatori, al-levatrici: aiutano a far nascere (coscienza e conoscenza). La leva è la domanda. Il verbo chiave è: crescere. Non greggi di pecoroni (esecutori di ordini) ma classi-organismi in cui ogni individuo è unico e democraticamente uguale agli altri.<br /><br />Utopia? O la possibile risultanza di secolari insegnamenti?<br /><br />Insegnare, già. Un lavoro arduo eppure nobile. La nobiltà stessa della vita, la sua sacralità.<br />In tal senso, insegnare è sacerdozio, letteralmente “far cosa sacra”. Sacro è il cosmo “cum tucte le sue creature”. Insegnare è faticoso, ma la fatica più grande è stare in questa rete bucata dai rapporti inautentici, i cui fili si tengono per forza, dove l’egoismo è debolezza endemica. Pochissimi pensano ai ragazzi.<br />Vedo l’apatia e, poi, la pretesa di aver vivacità in classe da “loro” (ne parlano come fossero i nemici e ti mettono sull’avviso: stai attento, non ti fidare – il che vuol dire non dare fiducia, non instaurare rapporti umani. Triste.).<br />Vedo menefreghismo e calcolo, e la pretesa poi di avere impegno. I ragazzi guardano. Vedono anch’essi furbizia e squallore umano, regole scritte ma non osservate da chi le pretende, docenti che arrivano con mezz’ora di ritardo, supplenze che sono buchi, a volte solo firmate. Vedo C.d.C. con troppi assenti, ritardatari (salvo poi imputare agli altri il ritardo!). Vedo persone, il cui verbo dovrebbe essere “collaborare”, per ore ed ore su una sedia; non so come non gli scoppi il cuore per l’inedia, e a volte mi pare che stia per scoppiare, come un pallone che si riempie di polvere. Che vive a fare, uno/a così? Vedo gente che fuma in Presidenza, in Segreteria, nei corridoi, come se nulla fosse; colleghi - ai quali chiedo “Per favore, sai, è per le regole” - che continuano a fumare e quando mi vedono mi allisciano, mi prendono con le buone, come i bambini, poi dopo un po’ non mi salutano più, e mi guardano con l’espressione di chi pensa: “Che rompiscatole”!<br /><br />Gli alunni hanno le loro belle responsabilità. Vedo i mozziconi di sigaretta infilate nelle porte dei bagni (!), vedo le porte delle aule scassate dai pugni, vedo altre cicche da secoli negli interstizi del tappetino all’ingresso di via Pascoli perché tutti fumano davanti alla porta… se un cane avesse l’idea di accoccolarsi là (ma nessun cane l’avrà), la nicotina lo farebbe fuori in mezz’ora.<br />Il plesso di via Pascoli vive d’inerzia da mesi, non vi è nessuna spinta, nessuno stimolo vitale. Personalmente, sono stanco e avvilito. In cambio del mio impegno e del mio desiderio di regole, ho ricevuto da troppa gente troppe mortificazioni. Il Preside non è più venuto, innumerevoli impegni, ma intanto… Fisicamente, il plesso già non è uno sballo. Ma si potrebbe rendere più accogliente, no? All’ingresso, faccio un esempio, quelle poltroncine rosse sgangherate. E le pareti color cacca rancida? E il cortile-palestra con la rete tutta sbrindellata? E i gabbiotti dei bidelli di non so che anno? Non c’è una pianta, non c’è un quadro… tranne quello dei ragazzi diversabili. Più veri, più sereni, spesso più educati e più educ-abili. E ai quali dobbiamo coscienza e allegria.<br />Le aule. Abbiamo dato almeno una rinfrescata al primo piano (da soli, i ragazzi e due-tre docenti ma forse è stato meglio così); non ci sono attaccapanni, armadietti; i banchi e le cattedre si aprono; possiamo essere abbastanza sicuri solo del gesso. Non ci sono cartine geografiche, tanto meno storiche, non ci sono strumenti di classe, dizionari e altri sussidi, TV… figuriamoci il PC di classe! Eppure trascorriamo molte ore qui, e sappiamo che un buon ambiente favorisce l’apprendimento.<br />Vedo, ad ogni campanella, intere classi nei corridoi: ogni 50 minuti una ricreazione. Alunni che si azzuffano, che urlano. Spesso esco per chiedere silenzio e vedo costantemente classi scoperte, con gli alunni che non fanno nulla, stanno davanti alle porte inermi, insignificanti, mi ricordano un po’ le vecchìne davanti alle porte delle case dei paesi.<br />Molti ragazzi non sanno leggere, scrivono male, specie quelli di Carini, ma tutto il territorio è povero di stimoli.<br /><br />Qui ha dominato il latifondo, cioè i ricchi proprietari terrieri che hanno sfruttato i contadini e fatto credere loro che era tutto giusto così, poi sono diventati i borghesi di Palermo, e hanno stretto la mano alla mafia, se non addirittura baciato… ed ora? Beh, la bomba l’hanno messa a Capaci, a due passi, mica a Como (ovviamente anche Como ha le sue brave… magagne, lo diceva già il Manzoni!).<br />Da qualche parte lo sanno, i ragazzi, però non si fanno domande, anche perché nessuno dice loro che non è vero che le risposte non ci sono. Nessuno dice loro che si comincia dalle piccole cose, dalle piccole regole di ogni giorno, e che le regole sono tali quando sono condivise e rispettate da tutti. Questa è la legalità, o no?<br />Nessuno dice loro che bisogna curare, tutti, le cose di tutti, che il collettivo diventi coscienza, a cominciare dall’aula, dal banco, dai propri quaderni, dal proprio spazio interiore. Il metodo di studio è la ricerca di un ordine che non è nevrosi ma armonia, tende all’ordine cosmico, un organismo che è come il corpo, e di cui la classe, la scuola, la società, può essere specchio. Un organismo in cui, come nella lingua, le parti del discorso interagiscono.<br />Nessuno glielo dice perché la società va in frantumi e c’è chi vuole che ciò avvenga, che il popolo consumi, che spenda tutto quello che guadagna nei luoghi dove i padroni gli ri-succhiano di nuovo tutto. In tali condizioni i genitori sono spesso già abbastanza frustrati per poter educare i figli.<br /><br />E a scuola? Nessuno dice nulla ai giovani perché il corpo docente è un corpo malato.<br />E’ affetto da un mal-essere che la politica non sa e non può curare, perché anche la politica è malata. Organismi deboli, infetti, non possono aiutarsi; anche perché la prima qualità che perdono è la più importante: la reciprocità. E la comunità si disgrega. E’ in atto la metastasi e forse è un bene, è la cosa migliore se questa scuola, se questa società muore: solo così forse può rinascere!<br /><br />Intanto, però, la scuola non comprende, ed attua meccanismi inconsci, primitivi. Per esempio, il meccanismo vittimario (v. Girard): il capro espiatorio, che è in buona sostanza un atto di vigliaccheria collettiva.<br />E tuttavia, non dobbiamo cedere alla cultura della morte; al contrario, dobbiamo seguire la vita perché, nonostante tutti i morbi, siamo vivi, ed abbiamo anzi il compito e il dovere di difendere l’energia vitale.<br />Vedo ragazzi che stanno male – lo vedo perché ridono troppo o non ridono mai o prima ridevano e ora non ridono più, è successo qualcosa a casa… Ne ho sentite di storie, ne ho lette nei temi in cui a volte per la prima volta si aprono. Loro capiscono chi sono e sanno quello che penso, glielo dico in classe, o lo capiscono nei cerchi. A volte ci si parla cogli occhi, e il cuore si sente solo da vicino, o nel silenzio.<br />Vedo Consigli di Classe con troppi sguardi ai polsi. Vedo Collegi Docenti in cui una persona parla per mezz’ora e poi altre cento, in pochi minuti, spesso senza discutere, decidono cose importanti per la vita della scuola.<br /><br />Vedo tutto questo e mi chiedo: ma non abbiamo imparato nulla?<br />Nulla ci hanno insegnato i tanti maestri, e mi vengono in mente adesso, così, alcuni nomi Dewey, Piaget, Dante, Manzoni, Danilo Dolci, Socrate, Platone e Giordano Bruno e Einstein e Rilke e Buddha e Gandhi e Gesù di Nazareth…<br />Non ci hanno insegnato nulla? O siamo noi che non impariamo? E i mille maestri di tutti i giorni, e i volti, e gli sguardi, i segni e le innumerevoli esperienze di vita? Dico vita e non morte, la morte non porta esperienze, la morte cancella le esperienze.<br />Che se ne fanno, gli esseri umani, di tutti questi semi?<br /><br />La scuola è degli studenti, per gli studenti…<br />E noi, da loro, da chi ci assicura il lavoro e ci dà l’opportunità di crescere, sì, noi insegnanti, dai ragazzi, che dovremmo e potremmo ascoltare ogni giorno, non impariamo nulla?<br /> </div><div align="justify"> <em>Daniele Moretto</em><br /></div><div align="justify">Palermo, Marzo/Maggio 2006</div><div align="justify"><em></em> </div><div align="justify"> </div><div align="justify">ISTITUTO ALBERGHIERO </div><div align="justify">"UGO MURSIA"</div><div align="justify">CARINI (PA)<br /><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-5739098913169131682007-07-03T10:09:00.000-07:002007-07-03T10:15:10.238-07:00<div align="justify"><strong>Gentili, gentilissimi, crudeli</strong></div><div align="justify">(Lettera distribuita a scuola)</div><div align="justify"> </div><div align="justify"><br /><br />Quel che ho visto e vissuto negli ultimi due anni nel sistema-scuola mi conferma come esso vada progressivamente perdendo sempre più uno dei sensi fondamentali dell’uomo, quello della naturalezza.<br />Costruire scuole-carceri, in cui i docenti siano secondini (e secondari). Non fare uscire i ragazzi per via delle autorizzazioni - non sono richieste per nascere vivere morire. Disporre i banchi così che gli alunni per anni non si guardino negli occhi; abituarli a un’incessante competizione, a una perpetua mancanza di dialogo. Organizzare la scuola pubblica democratica con un criterio da pollaio col gallo dirigente il galletto segretario gallettini e chiocce a beccar dai progetti - e tutti gli altri? Polli! che si becchino tra loro, ma quale didattica quale inter-disciplinarietà che firmino il registro e redigano verbali preconfezionati e moduli della più illogica inattendibilità.<br />Tutto ciò è innaturale!<br />Uccidere ogni giorno la vita, abbrutirsi per idiozie, vivere in omili da vigliacchi, recludere la vitalità, la bellezza. Questo è innaturale.<br /><br />Impedire ai nostri figli<br />di essere amati e di amare<br />di crescere sereni<br />nella pienezza della vita e delle relazioni<br />fra tutte le creature,<br />è innaturale ed è immorale.<br /><br />Interrompere relazioni, in questo sono esperti gli <em>hollow men</em> e le <em>hollow women.</em> Tra padri e figli, come tra docenti e alunni, magari con un fax (!) come ha fatto il dott. Bacaloni Provveditore di Firenze, figlio del clinetelismo e dello zelo, che è figlio (mitologicamente) dell’odio. Questo è innaturale. </div><div align="justify">Permettere che il delicato lavoro di un insegnante sia poi turbato dal delirio persecutorio di un genitore (di cui non faccio il nome per rispetto alla figlia), senza opporgli alcuna resistenza e anzi mettere l’insegnante di fatto sotto processo, questo è innaturale e profondamente scorretto. Dare a tale delirante individuo informazioni riservate e schifosamente diffamanti (contenute in quel fax), come ha fatto il Dott. Di Stefano, Direttore del Distretto Scolastico Regionale, violando ogni privacy, questo è delittuoso (egli già mi deve delle scuse dal 1999 quando di fronte al mio lutto per la perdita di mio padre durante gli esami di maturità si comportò indegnamente).<br />Accanirsi con un insegnante a partire dalla sua dolorosa vicenda di padre, come ha fatto questo genitore, ciò è ignobile. Infine, portare a scuola i propri figli e non riconoscere, da parte di molti genitori, il ruolo di educatore dell’insegnante, questo è quantomeno contraddittorio.<br /></div><div align="justify"><em> Camminano sul dolore, e non chiederanno scusa, mai, i carnefici. </em></div><div align="justify"><br />Il bilancio del mio anno scolastico, nonostante tutto ciò, è positivo.<br />In II/A, dopo aver armonizzato una classe (si può fare) almeno in parte, a causa della turbativa di cui sopra, ho tirato fuori ben nove ragazzi dall’insufficienza, ma soprattutto dalle loro paure, dal loro senso di inadeguatezza, dalla sfiducia nei propri mezzi. E ho cercato di insegnare a tutti, anche a quelli bravi che andar d’accordo con sé stessi aiuta a incontrare gli altri e che il dialogo con gli altri fa stare meglio con sé stessi.<br /><br />Nelle classi in cui ho fatto supplenza, tante, ho dimenticato le tristezze e le nigrezze, scoprendo ragazzi straordinari che hanno gradito quelle che posso definire le mie lezioni di gioia, in cui anche loro erano maestri. Molti mi hanno chiesto di essere il loro insegnante e questo vale più di ogni altro premio. I ragazzi sanno bene chi è vecchio e chi è “nuovo”.<br /><br />Lo sanno benissimo i ragazzi della I/A, coi quali ho vissuto un anno indimenticabile nonostante ci vedessimo solo quattro ore. E’ stato, nel complesso, un vero e proprio innamoramento, e l’amore dà sempre i suoi frutti. In un certo senso abbiamo allargato i muri della scuola, aperto la didattica della Storia fino al Teatro. Avrei voluto che l’intera classe facesse questa esperienza, conclusasi in modo trionfale, ma per quanto mi riguarda tutta la classe ne è l’artefice e la depositaria.<br /><br /></div><div align="justify"><em>prof. Daniele Moretto</em></div><div align="justify">2 Luglio 2007</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-21234696243096140222007-07-03T09:42:00.000-07:002007-07-03T10:07:39.176-07:00Lettera aperta al Presidente della Repubblica<div align="center">LETTERA APERTA </div><br /><div align="center"><em>(già inviata)</em><br />al </div><br /><div align="center">PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA<br /><br />Giorgio <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">Napolitano</span></div><br /><div align="center"></div><br /><div align="left"><strong>Lo Stato vuole distruggere o costruire?</strong><br /><br /><br />Signor Presidente, </div><br /><div align="justify"><br />la vita immette gli esseri umani nella sua grande rete, in cui tutto è collegato; un poeta disegna con le parole-immagini quella rete; un insegnante consapevole contribuisce a far comprendere ai futuri cittadini i collegamenti, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">Danilo</span> Dolci direbbe i nessi. E’ una visione poetica, diciamo pure cosmica della vita, che non è detto sia di ogni insegnante, ma è certamente della nostra tradizione culturale. </div><br /><div align="justify">Come che sia, ogni insegnante espleta un compito direttamente connesso al dettato costituzionale, di cui è, non può non essere, diretto interprete ed attuatore. Come tale, ogni insegnante va tutelato contro qualsiasi attacco che, ipso facto, è da ritenersi un attentato alla Costituzione.<br />Sono convinto, Signor Presidente, che inquadrare la questione della scuola e la figura docente a partire da questa prospettiva costituzionale può solo far bene all’Italia. Un paese che non ha affatto completato il lavoro di ricostruzione morale e culturale e che ha, proprio per questo motivo, adesso, enormi problemi strutturali.<br />Il sistema giuridico-burocratico, che regola il funzionamento dello Stato, è diffusamente patogeno. Vi si sviluppano - e sono poi immesse ed ammesse nella società - insopportabili prevaricazioni, forme persecutorie e vessatorie, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">mobbing</span>. In breve, spinte distruttive, prevalentemente di origine inconscia. (Ma può lo Stato essere regolato dall’inconscio?).<br />E distruttive al massime sono le pulsioni nell’ambito delle relazioni primarie. I figli sono ormai armi nelle mani (quasi sempre) delle madri. Le quali uccidono e sono impunite, straziano e sono impunite, inducono all’odio verso i padri e sono impunite. Hanno anzi tutto lo Stato a disposizione, ma perché mai? mi sono chiesto per anni, finché ho capito. Per l’empatia con un sistema che si poggia sulla mortificazione e sull’odio, di cui è figlio lo zelo.<br />Signor Presidente, da poeta non posso chiudere gli occhi. Se il tessuto sociale della nazione è ridotto a brandelli non è a causa del vento di maestrale, ma perché molti funzionari dello Stato sono i primi a lucrare, omettere, vessare, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">idest</span> minare, tradendolo, quello Stato che dovrebbero servire e tutelare.<br />Ma sanno di essere impuniti, di potersi servire dello stesso apparato che essi offendono, per difendersi. E intanto gli onesti sono vituperati, i volenterosi ostacolati, gli innovatori mortificati. E, come diceva Fortini, i padri sono derisi.<br />Nonostante il dolore di veder sparire mia figlia – un rapimento a tutti gli effetti “legalizzato” dallo Stato italiano il quale si è divertito per mano di certi cani poliziotti e di certi ingiustissimi magistrati ad accanirsi su di me e su mia figlia, cosa di cui lo Stato italiano mi deve prima o poi dar conto – nonostante ciò, ho dato il meglio delle mie conoscenze e delle mie esperienze alla scuola, cosa che tutti i miei alunni possono tranquillamente testimoniare e che, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">fors</span>’anche a denti stretti, colleghi e dirigenti non possono negare.<br />Forse solo quest’anno, e specificamente nella IIª/A della S.M.S. “A. Gentili” di Palermo non ho dato il meglio di me stesso, poiché l’odio isterico, adesso, si è infiltrato anche nella mia vita professionale e – complice un alto funzionario scolastico – l’accanimento ha invaso l’anima vuota di un genitore delirante. Non ho praticamente avuto pace, né posso dire di essere stato tutelato dalla struttura per la quale lavoro, <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">tutt</span>’altro… E nonostante ciò ho attuato certamente la Costituzione, che è anzi stata la mia <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">àncora</span> e la mia bussola.<br />Ora, con tale cumulo di amarezze, non so fino a quando potrò andare avanti. </div><div align="justify">Perciò, Signor Presidente, conto di poter presto conferire con Lei.</div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify"> Molto <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">cordialmente,</span></div><div align="justify"><em> Daniele Moretto</em><br /><span style="font-family:arial;">Palermo, 2 Luglio 2007</span> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2176512991056764840.post-65131770004680711972007-06-26T06:24:00.000-07:002007-06-26T07:43:35.363-07:00Apertura naturale<span style="font-family:georgia;">Salve, </span><br /><br /><span style="font-family:georgia;">benvenuti nel mio blog, creato appena dieci minuti fa.</span><br /><p>Ho tante cosa da dire. Ne ho il dovere e il diritto. </p><p>Ma innanzitutto: p<span style="font-family:georgia;">erché "LEGGI D'ESSERE"? Che significa?</span></p><span style="font-family:georgia;">E' venuto un po' da sé, mentre pensavo a come rendere in una battuta molte cose: </span><br /><br /><span style="font-family:georgia;">- il richiamo all'Essere supremo, che possiamo chiamare Dio o Cosmo o Tutto, che tutti ci contiene;</span><br /><br /><span style="font-family:georgia;">- al verbo "essere" e al fatto che per essere <em>esseri</em> <em>umani </em>bisogna innanzitutto <em>essere</em>;</span><br /><br /><span style="font-family:georgia;">- al fatto necessario che, per essere umani in un mondo umano, dobbiamo essere capaci di fare delle buone leggi, che seguano i cambiamenti della società, i cambiamenti che fanno parte della natura umana più ancora che della Storia, leggi dell'essere, dunque, anzi degli esseri;</span><br /><br /><span style="font-family:georgia;">- ma "leggi" è anche voce del verbo leggere, e allora l'espressione "leggi d'essere" diventa un'esortazione: leggi, cioè vedi in te l'essere, cerca, interrogati, </span><span style="font-family:georgia;">comprendi.</span><br /><br /><span style="font-family:georgia;">Abbiamo necessità</span> di recuperare questa radice ontica, poiché il problema che affligge l'umanità è proprio il vuoto interiore. (Eliot parlava degli "hollow men", io aggiungo le "hollow women").<br /><br />Il vuoto interiore, la miseria etica e spirituale non hanno classi sociali, anzi, si direbbe che più in alto si va peggio si sta.<br /><br />Chi sono oggi i Capi di molti Stati? Dei guerrafondai, dei criminali che hanno ormai genocidi sulla coscienza. Ma poiché sono vuoti, che senza ha parlare di coscienza? Il problema è che le azioni degli uomini vuoti svuotano il mondo di senso, pace, di ben-essere.<br /><br />Già, non si pensa alle parole, ecco perché io poeti sono importanti. Si dimentica che la parola <em>benessere</em> contenga <em>essere</em>, che è concetto così poco economico, almeno secondo l'economia come la si intende oggi. Cioè: profitto.<br />La gente è diventata, apparentemente, molto scaltra, nella società occidentalizzata. Tutti si sanno fare i conti, ma... sempre più gente sta male. E il mondo è diseguale, ingiusto, afflitto da <em>mal-essere</em>.<br /><br />Sempre più mi rendo conto di una cosa: che anche coloro che dovrebbero avere le risposte non le hanno. Che lo scadimento del nostro vivere è appunto il senso di qualcosa <em>andato a male, avariato. </em><br />Per esempio, stamattina a scuola, nel corso di una riunione che doveva sviscerare i problemi, mi sono reso conto per l'ennesima volta che gli insegnanti non sanno nulla, non hanno risposte, dico rispetto agli alunni. Si sono fatti mangiare il cervello dalle pseudo-teorie didattiche e hanno perso di vista il cuore del problema, che è per l'appunto il cuore. Hanno dimenticato che la scuola è degli studenti e che essi si aspettano innnazitutto una cosa: <em>essere ascoltati.</em><br /><br />Perché senza amore non si fa nulla, tanto meno insegnare.<br /><br />Mi viene in mente un bellissimo proverbio medievale che trovai appeso in un ufficio a Firenze: "Nulla pote avere cominciamento e fine senza potere, senza volere, senza con amore sapere".<br /><br /><br /><br />Vale per la scuola, vale per la politica, per l'amministrazione delle città, vale per l'azione individuale di ognuno di noi.<br /><br /><br /><br />In questo blog, parlerò molto di scuola , perché solamente una scuola che funzioni può dare una nazione che funzioni. E anche per questo ho scelto la mia firma: "Il prof.". Ma soprattutto perché è il mio nick quotidiano a scuola e sono sicuro mi portera fortuna. Perché sono rgoglioso0 di dire che sono molto amato dasi miei alunni.<br /><br />Racconterò le mie esperienze ma farò anche proposte, non solo critiche.<br /><br /><br /><br />Parlerò anche, anzi soprattutto come padre (del resto anche l'insegnante è un padre, e i ragazzi lo scrivono nei temi, quando ciò avviene).<br /><br /><br /><br />La mai vicenda di padre è un odissea che dura da quattrodici anni. Ne ho viste, sentite e vissute di tutti i colori. Ed è attraverso questa esperienza che ho toccato con mano le negkligenze e le nefandezze del sistema giuridico-burocratico italiano. E' attraverso questa odissea che ho capito quanto fosse urgente e importante l'invito di Danilo Dolci a "cambiare le norme".<br /><br />Invito già fin d'ora a leggere il suo "La struttura maieutica e l'evolverci", La Nuova Italia, 1996.<br /><br />Più di un capitolo è dedicato per l'appunto alla questione del "nomos" cosmico, all'esigenza di avere, di ritornare a....leggi d'essere.<br /><br /><br /><br />IL PROFUnknownnoreply@blogger.com0