martedì 2 giugno 2009

Le montagne servono al vento
2 Giugno. Festa della Repubblica ovvero festa della cosa pubblica. Ma che cosa condividono oggi gli italiani.
Ci sarebbero le tradizioni sane, la vera cultura millenaria, legata alla terra, alla natura. Alla radice della quale si condivide tutto con il mondo intero.
Perché il mondo è uno. Non vi ha diseganto alcun confine la natura. Le montagne servono a fare il vento. I mari sono abitazioni di creature innumerovoli, portatori di leggi e colori dalle superfici agli abissi. E ci donano il blu, le fantasie, il senso immenso del viaggio. Uno dei trentasette sensi.
Il mare ciporta il senso della vastità, è il nostro specchio immenso.
E' meno triste festeggiare oggi la nostra pochezza di ex-emigranti dimentichi della nostra miseria che ora è miserabilità, è meno triste stasera, dopo aver visto, (è finito poco fa) "Deserto d'acqua" di Emilio Ajovalasit al teatro Libero di Palermo. Lo spettacolo è bello e merita altre repliche. L'ho detto subito a Beno Mazzone, ancora tra gli applausi. Lo spettacolo è frutto di un lavoro serio, non solo per lo specifico spettacolo ma di anni spesi (bene) in continui laboratori, e di un sodalizio teatro-vita tra Emilio e Preziosa Salatino, che anch'esso rende in termini di approfondimento veritiero e serio. Lo spettacolo è bello perché reca in sé l'unità, come il mondo. Non che non vi siano difetti, e uno su tutti riguarda il discorso vocale (specie per Emilio). Ma qui c'è appunto una ritrovata antichità che è data dalla profondità, quella stessa del mare.
Con tutta la modernità dello studio, delle trovate, semplici del resto. Bellissima lascena dei vestiti. Un lavoro sull'identità leggiadro e commuovente. Profondità dei gesti. Leggerezza dei gesti. Anche grzie al grande contributo di Clara Burgio, maestra di danza Butho che ci ha regalato in passato brevi chicche e che qui si misura con stile e intelligenza nella corporeità prestata inetramente alla drammaturgia.
Applausi davvero meritati.
Daniele Moretto