martedì 3 luglio 2007

Gentili, gentilissimi, crudeli
(Lettera distribuita a scuola)


Quel che ho visto e vissuto negli ultimi due anni nel sistema-scuola mi conferma come esso vada progressivamente perdendo sempre più uno dei sensi fondamentali dell’uomo, quello della naturalezza.
Costruire scuole-carceri, in cui i docenti siano secondini (e secondari). Non fare uscire i ragazzi per via delle autorizzazioni - non sono richieste per nascere vivere morire. Disporre i banchi così che gli alunni per anni non si guardino negli occhi; abituarli a un’incessante competizione, a una perpetua mancanza di dialogo. Organizzare la scuola pubblica democratica con un criterio da pollaio col gallo dirigente il galletto segretario gallettini e chiocce a beccar dai progetti - e tutti gli altri? Polli! che si becchino tra loro, ma quale didattica quale inter-disciplinarietà che firmino il registro e redigano verbali preconfezionati e moduli della più illogica inattendibilità.
Tutto ciò è innaturale!
Uccidere ogni giorno la vita, abbrutirsi per idiozie, vivere in omili da vigliacchi, recludere la vitalità, la bellezza. Questo è innaturale.

Impedire ai nostri figli
di essere amati e di amare
di crescere sereni
nella pienezza della vita e delle relazioni
fra tutte le creature,
è innaturale ed è immorale.

Interrompere relazioni, in questo sono esperti gli hollow men e le hollow women. Tra padri e figli, come tra docenti e alunni, magari con un fax (!) come ha fatto il dott. Bacaloni Provveditore di Firenze, figlio del clinetelismo e dello zelo, che è figlio (mitologicamente) dell’odio. Questo è innaturale.
Permettere che il delicato lavoro di un insegnante sia poi turbato dal delirio persecutorio di un genitore (di cui non faccio il nome per rispetto alla figlia), senza opporgli alcuna resistenza e anzi mettere l’insegnante di fatto sotto processo, questo è innaturale e profondamente scorretto. Dare a tale delirante individuo informazioni riservate e schifosamente diffamanti (contenute in quel fax), come ha fatto il Dott. Di Stefano, Direttore del Distretto Scolastico Regionale, violando ogni privacy, questo è delittuoso (egli già mi deve delle scuse dal 1999 quando di fronte al mio lutto per la perdita di mio padre durante gli esami di maturità si comportò indegnamente).
Accanirsi con un insegnante a partire dalla sua dolorosa vicenda di padre, come ha fatto questo genitore, ciò è ignobile. Infine, portare a scuola i propri figli e non riconoscere, da parte di molti genitori, il ruolo di educatore dell’insegnante, questo è quantomeno contraddittorio.
Camminano sul dolore, e non chiederanno scusa, mai, i carnefici.

Il bilancio del mio anno scolastico, nonostante tutto ciò, è positivo.
In II/A, dopo aver armonizzato una classe (si può fare) almeno in parte, a causa della turbativa di cui sopra, ho tirato fuori ben nove ragazzi dall’insufficienza, ma soprattutto dalle loro paure, dal loro senso di inadeguatezza, dalla sfiducia nei propri mezzi. E ho cercato di insegnare a tutti, anche a quelli bravi che andar d’accordo con sé stessi aiuta a incontrare gli altri e che il dialogo con gli altri fa stare meglio con sé stessi.

Nelle classi in cui ho fatto supplenza, tante, ho dimenticato le tristezze e le nigrezze, scoprendo ragazzi straordinari che hanno gradito quelle che posso definire le mie lezioni di gioia, in cui anche loro erano maestri. Molti mi hanno chiesto di essere il loro insegnante e questo vale più di ogni altro premio. I ragazzi sanno bene chi è vecchio e chi è “nuovo”.

Lo sanno benissimo i ragazzi della I/A, coi quali ho vissuto un anno indimenticabile nonostante ci vedessimo solo quattro ore. E’ stato, nel complesso, un vero e proprio innamoramento, e l’amore dà sempre i suoi frutti. In un certo senso abbiamo allargato i muri della scuola, aperto la didattica della Storia fino al Teatro. Avrei voluto che l’intera classe facesse questa esperienza, conclusasi in modo trionfale, ma per quanto mi riguarda tutta la classe ne è l’artefice e la depositaria.

prof. Daniele Moretto
2 Luglio 2007

Nessun commento: