sabato 14 luglio 2007

Il trionfo della morte

Inevitabile parlare di morte guardando Palermo in queste ore; in questi giorni in cui si sente il suo alito fetido, e il disperato batter d’ali dell’illusione; dopo mesi di folla e follia elettorale - mai campagna fu più calpetasta, arrembaggio più irragionevole e volgare, da volgo senza limiti e senza popolo, altro che vocazione civica!
Due notti prima delle votazioni, avevo il risultato: sognavo che Orlando diceva “Mi muore la città tra le mani”. Per due giorni ho negato la premonizione. La domenica mattina si vociferava di un testa a testa; ancora un batter d’ali... Ma ora dopo ora vedevo (e fingevo non vedere) l’avanzare della morte. Diciamoci la verità.
1. Ricordate le regionali del 2001? Ricordate la lettera di Orlando sui giornali per chiedere voti a destra e a sinistra poiché sarebbe stato il presidente di tutti? Sono convinto che un’altra lettera andasse scritta, ma da sindaco in carica: “Cittadini, ho deciso di non correre per la Regione, non mi dimetto, resto al mio posto fino alla scadenza del mandato; tra cinque anni, tornerò per governare la città”. Un gesto simile avrebbe assicurato a Orlando la vittoria a queste comunali (ed evitato il disastroso anno di Serio). Il popolo ha buona memoria e poi Orlando per il popolo è ‘u sinnacu. Ma la delega vale solamente entro le mura: dev’essere il loro principe, e gli saran devoti come alla Santuzza.
2. Ebbene, il fedele, feudale popolo di Palermo sa che negli ultimi cinque anni Orlando non c’è stato; che non ha fatto opposizione alla Regione, come aveva promesso.
3. La denuncia dei brogli, tutt’altro che patetica, riscatta in parte Orlando ma non lo riabilita agli occhi del popolo, che sarebbe sceso in piazza a protestare se non si fosse sentito tradito già da tempo. Anche con l’ immobilismo e le ambiguità dopo la rielezione del ’97, con l’occhio troppo fuori dalle mura.
Diciamoci la verità: i voti a Orlando erano soprattutto voti contro un sindaco presente nella vita cittadina in modo spettro-manifesto. Se la città è ora ridotta così male, se è divenuta abulica, è un po’ anche colpa di Orlando – egli ha messo il filo della speranza nella cruna dell’ago ma ha smesso a un certo punto di cucire. Ciò non toglie che le associazioni e i cittadini siano responsabili della mancata resistenza contro le brutture e le storture.
E il centro-sinistra? Come si è comportato in questi anni? Per esempio rispetto alla corsa di Rita Borsellino. E ieri, chi sono i quattro franchi tiratori contro la Siragusa? Adesso, per ridare vita alla città, chi dirà e chi farà? Chi segnalerà i soprusi, le lungaggini, le trame in consiglio comunale? Chi chiederà conto dei soldi spesi e come? Chi parlerà a nome della città assillata dai problemi, sporca, negletta?
E i cittadini? Chi sentirà di dover manifestare - in piazza e in ogni dove - il disgusto, la stanchezza, ma anche il desiderio di una città vivibile? Chi condurrà iniziative e lotte non-violente, per esempio contro la privatizzazione dell’acqua, per esempio per avere i bus gratuiti e così combattere traffico e vari inquinamenti? Chi scriverà ai vario uffici per pretendere i servizi? Chi reclamerà la presenza dei 600 vigili urbani (su circa 2000!) destinati alla strada (cioè al traffico, ai mercati, al decoro della città)? Chi dirà però direttamente a un motociclista di non invadere i marciapiedi, peraltro così malridotti? Chi segnalerà la vergogna dell’area dell’inCuria in via Maqueda, subito dopo via Sant’Agostino? Chi chiederà il rispetto del silenzio, di potere dormire in casa propria, almeno di notte? Chi vorrà che le circoscrizioni funzionino davvero? Chi chiamerà l’AMIA, e chi però prenderà una scopa e un secchio d’acqua per pulire un breve tratto di strada o almeno non getterà il suo sudicio nello spazio collettivo? Chi parlerà e scriverà di quello che ogni giorno si può fare da cittadini per la città, che è un punto della più grande, unica città: il mondo?
Chi affronterà una volta per tutte la mafia come davvero cosa nostra, nostro problema, di tutti noi, tutti complici e collusi se si resta tutti inermi, anche i più illusi di non averci nulla a che fare, ancora di più coloro che pensano sia tutto ineluttabile – quando si andrà alla radice vera del problema? Che il popolo è sovrano, se lo vuole!
Chi proverà rabbia e indignazione vedendo che, per ora, il trionfo non è certo quello della Santuzza (a parte la pochezza del carro del festino)?


14 Luglio 2007
(aggiorno una lettera scritta a Maggio)

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